Cosa significa “mangiare”? 

Comunemente si intende l’atto di introdurre cibo nell’organismo. Ciascuno di noi mangia a proprio modo, segue uno stile alimentare legato ai gusti personali, alle abitudini familiari o culturali, agli stili di vita, alla disponibilità economica, al bisogno di soddisfare una necessità fisica, o psicologica, o addirittura edonistica. Chi mangia in un ristorante di lusso, ad esempio, non cerca solo cibo con cui riempirsi la pancia, ma attraverso il cibo cerca una complessa esperienza multisensoriale. D’altro canto, chi a pranzo mangia un panino, può farlo per praticità, abitudine, o perché forzato dal lavoro. È evidente che, in generale, la situazione risulta piuttosto complessa e ben lontana da un criterio unitario. 

Proviamo ora a riflettere sulla differenza tra mangiare e nutrirsi. 

Sembrano azioni simili, sovrapponibili, ma non sempre è così: nutrirsi assume una valenza molto più specifica del generico mangiare. Ogni giorno il nostro organismo necessita di assumere circa 110 nutrienti essenziali. Nutrirsi significa dunque garantire al corpo l’apporto di tali nutrienti, necessari al corretto svolgimento delle funzioni organiche e metaboliche quotidiane. Per fortuna ciascun alimento, in particolare se fresco e di stagione, ci offre diversi nutrienti essenziali in forma accorpata, a pacchetto, per così dire. 

Una mela, ad esempio, contiene antiossidanti, vitamine, sali minerali, fibre, fornendoci diversi tipi di nutrienti direttamente disponibili per essere facilmente assimilati. Se prendessimo ad esempio i bastoncini di pesce precotti e surgelati, saremmo invece in presenza di un cibo che ha subìto diversi processi di lavorazione, con l’effetto di depauperare la qualità e il quantitativo dei nutrienti essenziali che conteneva inizialmente: i grassi sono degradati, le vitamine ossidate, e così via. Si tratta di un cibo che viene definito “ultraprocessato”, ovvero non più in grado di nutrirci efficacemente, ma solo di darci calorie. 

I processi di lavorazione non sono l’unico problema dei cibi lavorati. Anche la qualità delle materie prime con cui si preparano i cibi può fare la differenza tra un cibo sano e un cibo di scarsa qualità. Pensiamo al classico hamburger, che ormai si è fatto strada sulle tavole e nei ristoranti italiani. Gli ingredienti di base sono il pane, la carne, le verdure, le salse, i formaggi. Scegliere un pane artigianale con farina integrale e lievito di birra è altro che utilizzare un pane industriale con farina forte di grano tenero, sciroppo glucosio e lievito sintetico. Una cosa è usare carne da allevamento brado, altra è impiegare carne (o pesce) da allevamenti intensivi, di animali trattati con antibiotici e mangimi. Anche le verdure non sono tutte uguali: la classica verdura in busta, allevata in serra e addizionata di conservanti, non può competere in salute con verdura coltivata nell’orto e sotto il sole diretto. E le salse? Normalmente il primo dato che si prende in considerazione sono le calorie. Ma anche in questo caso sarebbe opportuno riflettere sugli ingredienti. Una maionese fatta con uova liofilizzate e olii vegetali saturi, oltre che a sostanze chimiche, coloranti e conservanti, sotto il profilo nutrizionistico è un alimento molto diverso da una maionese preparata invece a partire da uova fresche, olio extravergine di oliva, succo di limone spremuto al momento. In definitiva, mangiare e nutrirsi è chiaro che sono concetti molto distanti tra loro. 

Anche nel nostro Paese, terra di dieta mediterranea, si diffonde sempre più la cosiddetta alimentazione occidentale o “western diet”, tipica del Nord America, ad oggi ritenuta direttamente responsabile della maggior parte delle malattie cronico degenerative (diabete 2, ictus, malattie cardiovascolari, tumori). L’erba del vicino sembra essere più verde, ma nessuno si accorge che si tratta di erba sintetica. E pensare che la dieta mediterranea, basata sul consumo di verdure, pesce fresco, cereali integrali, legumi, semi oleaginosi, frutta secca, olio extravergine di oliva, anche per il 2020 si è classificata come migliore dieta al mondo per salute e longevità. 

Ricordiamoci sempre che l’atto di mangiare deve avvenire con la consapevolezza di fornire adeguati substrati metabolici al nostro corpo. Nutrirsi di cibi salutari è una necessità, non un atto facoltativo, ed è la prima strategia – assieme all’attività fisica – per allontanare le malattie più gravi e frequenti. Gli alimento di cui abbiamo davvero bisogno non possono essere sostituiti arbitrariamente da cibi solo gradevoli al palato, ma aridi e inconsistenti sotto il profilo dei nutrienti, o peggio, addirittura pericolosi. Meglio intervenire quando siamo ancora in tempo, meglio scegliere oggi i cibi giusti piuttosto che rincorrere, domani, una salute e una prospettiva di vita compromesse dalla golosità.