Il tumore al seno è oggi, grazie alla ricerca, uno dei tumori meglio conosciuti e sempre più curabili. Ciò che spesso si trascura è che dopo la guarigione da un carcinoma mammario sussiste un rischio di recidive, ovvero la possibilità che il tumore si ripresenti, la cui percentuale può essere abbassata notevolmente adottando alcune semplici strategie. 

Innanzitutto è opportuno che il peso corporeo rimanga il più possibile all’interno di un intervallo di normalità. L’eccesso di tessuto adiposo potrebbe infatti innescare un dialogo ormonale tra le adipochine, molecole infiammatorie secrete dal tessuto adiposo, e il tessuto mammario, innalzando i livelli di infiammazione cronica sistemica, creando quindi condizioni più favorevoli all’insediamento delle cellule neoplastiche. Una circonferenza vita superiore a 88 cm (obesità centrale) sembrerebbe associata ad un maggiore rischio di sviluppare recidive, ma anche un rapporto sfavorevole tra la massa magra (FFM) e la massa grassa (FM) influenza la probabilità di ricorrenza della malattia, e quindi l’indice di sopravvivenza. 

Anche se il peso dovesse rimanere più o meno stabile dopo la malattia, risulta molto importante valutare attentamente la composizione corporea: non è infatti corretto basarsi solamente sul peso, per questo tipo di valutazione. Dopo un cancro al seno, è frequente osservare una diminuzione della massa muscolare sia per effetto della malattia che delle terapie, mentre potrebbe aumentare la percentuale di tessuto adiposo (obesità sarcopenica). Paradossalmente, una paziente potrebbe rimanere dello stesso peso in valore assoluto, ma avere una variazione sfavorevole del rapporto massa magra/massa grassa. La valutazione della composizione corporea diventa quindi un paramento fondamentale, che dev’essere indagato rigorosamente da un professionista e con strumenti idonei, poiché potrebbe essere prospettico di un aumentato fattore di rischio.   

Assieme al controllo del peso, assume una valenza fondamentale l’attività fisica, che dovrebbe mantenersi entro i livelli suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero perlomeno 150 minuti di attività fisica di moderata intensità (es. passeggiata) a settimana. Anche l’attività fisica regolare incide sui fattori di rischio di recidive, questa volta in senso migliorativo. È nota da tempo l’azione antinfiammatoria, e quindi preventiva, dell’attività fisica. Un fisico più asciutto e muscoloso, più funzionale e reattivo, è meno esposto a quelle condizioni infiammatorie croniche che favoriscono la ricomparsa della malattia.

Dopo aver controllato il peso, e mantenuto efficiente il nostro corpo attraverso l’esercizio fisico, è infine fondamentale fare le giuste scelte a tavola, sempre guardando a quello sterminato orizzonte di cibi salutari offerto dalla dieta mediterranea: verdura, frutta, legumi, cereali integrali, pesce, olio extravergine di oliva. E non dimentichiamo le combinazioni: non serve solo scegliere gli ingredienti giusti, è importante comporli nella giusta maniera per costruire pasti facili, stagionali, gustosi, digeribili e dalla forte valenza protettiva e preventiva. Assieme ai cibi da scegliere, è importante sapere quali cibi è meglio evitare: tutti i cereali raffinati, i dolci, gli zuccheri aggiunti (es. saccarosio, glucosio e fruttosio, compreso il miele), gli alimenti a elevato indice glicemico e insulinico, così come i grassi saturi, i fritti, gli alcolici, tutto ciò sarebbe da limitare il più possibile, se non da evitare in assoluto.

Ma cosa posso fare, dunque, se non posseggo una laurea specifica in scienze dell’alimentazione? Innanzitutto, è proficuo mantenere un confronto costruttivo con il medico oncologo, che potrà suggerire percorsi di follow up attraverso uno staff multidisciplinare, spesso all’interno della struttura ospedaliera. Qualora ciò non fosse possibile, è molto importante effettuare regolarmente i controlli previsti dai protocolli sanitari, ed eventualmente rivolgersi a uno specialista (dietologo, nutrizionista, dietista) che assieme al medico sarà in grado di suggerire l’alimentazione più corretta e magari intervenire in generale sugli stili di vita più funzionali ad allontanare eventuali recidive.