Da tempo è noto il ruolo chiave degli acidi grassi insaturi a favore della nostra salute. Di tali lipidi fanno parte gli Omega-3 e gli Omega-6. L’equilibrio tra Omega 3 ed Omega 6 sembra essere particolarmente utile nel mantenimento del nostro fisiologico equilibrio lipidico, in particolare se viene garantito un rapporto tra essi approssimativamente di 1:5.
Una corposa revisione scientifica del 2020 apparsa sul British Journal of Cancer (Gruppo Nature), si è proposta di chiarire se vi fosse effettivamente una correlazione positiva fra l’assunzione di acidi grassi insaturi e prevenzione oncologica, specialmente ad alti dosaggi, molto superiori cioè a quelli assunti attraverso una bilanciata alimentazione quotidiana. Il risultato dello studio ha rivelato che tale correlazione in effetti non è così netta, e che d’altro canto un eccesso di grassi a catena corta e di acido alfa-linoleico (attraverso una massiccia supplementazione), sembra addirittura sbilanciare in senso opposto, aumentando il rischio di comparsa di alcune forme di cancro.
Gli acidi grassi insaturi si confermano una componente essenziale dell’alimentazione preventiva, se in dosi fisiologiche adeguate. Certi protocolli terapeutici basati sull’assunzione di un massiccio quantitativo di tali grassi, sembrano lontani da ragionevoli evidenze scientifiche, a riprova che un’assunzione massiccia e lontana da quella suggerita dalle linee guida è sempre da ponderare con attenzione.
Nessun timore, quindi, con inserimento di Omega 3 e di altri acidi grassi polinsaturi nella dieta, da favorire se a dosi coerenti col dettato delle linee guida espresse, ad esempio, nei LARN (Livelli di Assunzione di riferimento di nutrienti, determinati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana). All’interno di un quantitativo adeguato tali molecole, assolutamente essenziali per la salute e il benessere, contribuiscono infatti a garantire un efficace funzionamento dell’apparato cardio-circolatorio, sostengono la funzione epatica, contribuiscono alla costituzione delle membrane cellulari e alla creazione delle vescicole per i messaggeri chimici (es. nel caso dei neurotrasmettitori sinaptici), ed esercitano un effetto antinfiammatorio (in particolare EPA e DHA) originando leucotrieni in grado di contrastare i processi flogistici.
Un’alimentazione corretta attraverso gli alimenti ancora una volta sembra avere una valenza preventiva e protettiva maggiore di quella offerta da protocolli empirici di supplementazione con integratori, spesso senza una precisa validazione scientifica.