Quando si parla di zenzero, il pensiero corre immediatamente al caratteristico aroma agrumato sempre più utilizzato nelle ricette degli chef o dei pasticceri. Anche in ambito erboristico, sono diversi i preparati e gli integratori che sfruttano le sue proprietà.

Quando si pensa allo zenzero come ingrediente alimentare, si fa riferimento al rizoma dello Zingiber officinale, una pianta di origine orientale utilizzata trasversalmente nella cucina di diversi popoli, e sempre più diffusa anche nel nostro Paese.

In relazione al suo utilizzo comune, possiamo pensare allo zenzero come una spezia o un aroma, e quindi come additivo di numerose ricette a cui dona un caratteristico sentore fresco e piccante. Ma si tratta di un’essenza vegetale che contiene diversi principi biochimici attivi a livello metabolico. Pare siano oltre 60 le molecole bioattive riconducibili allo zenzero, principalmente inulina, gingeroli, paradoli, shogaoli, ma anche ingenoli, gingerdioli, zingerone e olii esenziali. Davvero una rassegna ragguardevole, che ne consente l’applicazione in diversi ambiti.

Una recente review dell’Università d’Islamabad (aprile 2019), dimostra che lo zenzero (in dosi farmacologicamente rilevanti) può trovare applicazione come antinfiammatorio, depurativo e analgesico, ma anche nella protezione dell’apparato cardiovascolare, abbassando il carico cardiaco e la pressione sanguigna, ma anche i livelli di colesterolo nel circolo ematico. Ha effetti antiiperglicemici, contribuendo a contenere la glicemia, e funge da gastroprotettore poiché stimola la secrezione di mucine e favorisce la riparazione delle ulcere gastriche, mentre gingerolo e shogaolo migliorano l’efficacia digestiva.

Anche in ambito oncologico, lo zenzero sembra possedere interessanti proprietà antiangiogenetiche e anti carcinogenetiche, ostacolando la proliferazione tumorale e lo sviluppo di lesioni metastatiche.

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